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Camera di Commercio di Mantova
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Storia

I 3 Consoli

Le origini delle Camere di Commercio vengono fatte risalire alle Corporazioni artiere di epoca medioevale, particolari consociazioni nate per la tutela degli interessi di artigiani e mercanti e regolate da leggi proprie, che avevano sopra di esse una suprema autorità denominata Università Maggiore dei Mercanti.
A Mantova l'esistenza dell'Università dei Mercanti, supremo tribunale mercantile della città dotato di potere legislativo, amministrativo disciplinare e giudiziario, è accertata a partire dal XIII secolo. L'Università era diretta da un Consiglio, composto da mercanti appartenenti alle Arti che costituivano l'Università, che eleggeva al proprio interno i Consoli, autorità incaricate della gestione degli affari.
Questo ordinamento ebbe termine nel 1786, quando in base all'editto imperiale del 24 luglio, sciolte l'Università e le Corporazioni, venne istituita a Mantova, il successivo 5 settembre, la prima Camera di Commercio con il nome di Camera Mercantile. Tale editto, che regolava le Camere di tutte le città lombarde, stabiliva che la Camera della città di Mantova fosse composta da otto abati eletti dai diversi ceti mercantili ed industriali della città: due dalla classe dei fabbricatori, quattro dalla classe dei negozianti e due dalla classe dei mercanti all'ingrosso.
La Camera Mercantile, il cui avvio era stato lento e faticoso a causa dell'inesperienza degli uomini che la componevano, operò soltanto 17 anni, fino al 1802, anno in cui la legge 26 agosto istituì le Camere Primarie di Commercio e le Sussidiarie. Mantova ebbe una Camera Primaria con attribuzioni politico amministrative e giudiziarie, composta da almeno cinque membri eletti dal governo e appartenenti al ceto dei fabbricatori, banchieri e negozianti del circondario.
Nel 1811, con decreto del 27 giugno, l'imperatore Napoleone dichiarava sciolte le esistenti Camere di Commercio e ordinava l'istituzione di nuove fissando le città dove avrebbero dovuto essere presenti, tra le quali non figurava Mantova. I rappresentanti della Camera mantovana deliberarono allora all'unanimità di insistere sulla sua conservazione e con il successivo decreto del 27 dicembre 1811 si stabilì che Mantova continuasse ad avere una Camera di Commercio, denominata ora Camera di Commercio, Arti e Manifatture, cui era attribuito il compito di raccogliere notizie circa le fabbriche e manifatture del circondario e le ragioni del loro sviluppo o impoverimento, di proporre premi di incoraggiamento e la facoltà di concedere licenza ai venditori, ai mercanti e agli artisti in genere. Alla Camera di Commercio era annesso il Tribunale mercantile.
Nel 1818, sotto il dominio austriaco, il Tribunale mercantile venne soppresso mentre la Camera continuò ad esistere senza alcuna variazione per oltre trent'anni.
Nel 1849 venne emanato il Regolamento provvisorio per la Costituzione delle nuove Camere, cui seguì la legge nel 1850, che prevedeva che queste fossero composte da un Presidente, un vicepresidente e tredici consiglieri eletti dal ceto mercantile, ma lasciava invariate le loro attribuzioni con la sola aggiunta di quella del giudizio arbitrale. La Camera di Commercio ed Arti austriaca di Mantova venne costituita il 6 maggio 1851 ed operò fino al 1867.
Soltanto in tale anno infatti la Camera di Mantova si adeguò al regio decreto 6 luglio 1862 che istituiva le Camere di Commercio ed Arti in ogni capoluogo di provincia del Regno e ne riordinava la legislazione, attribuendo loro nuove funzioni (redazione di relazioni annuali statistico economiche, amministrazione delle borse di commercio, controllo sull'attività degli agenti di cambio e dei mediatori, ecc) e l'autorizzazione ad applicare diritti di segreteria sui certificati e sugli atti.
Da questo momento la storia della Camera di Commercio di Mantova si identifica sempre più con quella degli altri enti camerali italiani, dall'istituzione nel 1926 dei Consigli Provinciali dell'Economia, ridenominati Camere di Commercio con decreto legislativo luogotenenziale n.315/1944, fino all'emanazione della Legge di riordinamento delle Camere di Commercio 29 dicembre 1993 n.580, che per alcuni importanti aspetti (attribuzione della potestà statutaria, riconoscimento del ruolo di rappresentanza degli interessi, attribuzione di funzioni arbitrali e di conciliazione) rappresenta un ritorno alle origini. Il Decreto Legislativo 15 Febbraio 2010, n. 23 da ultimo ha modificato in parte la Legge 580/1993 riconoscendo alle Camere di Commercio la natura di autonomie funzionali e conferendo veste istituzionale alle attività promozionali.